Lot

1087

JOANNES HERMANS DETTO MONSÙ AURORA (attr. a)

In OLD MASTER AND 19Th CENTURY PAINTINGS

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Genova
(Anversa, ca. 1630 - notizie sino al 1665)
Cacciagione
Olio su tela, cm 54X67

Originario di Anversa, dove avvia la propria attività e risulta iscritto alla gilda di San Luca alla metà del quarto decennio, Hermans soggiornerà a Roma dove si ambienta felicemente e uno dei suoi maggiori committenti sarà Camillo Pamphilj, appassionato cacciatore e amatore di opere a tema venatorio. La tela in esame, attribuita per tradizione collezionistica all'artista, si colloca alla maturità, alla fine del sesto decennio, quando gli inventari Pamphilj registrano pagamenti a suo favore. Fu grazie a queste documentazioni che fu possibile ricondurre con certezza al nostro autore le opere della celebre collezione romana, precedentemente assegnate al Castiglione o al Pittore del Palazzo Lonati Verri. Ma come indicò il Safarik, il nome di Monsù Aurora compare altresì negli inventari romani delle famiglie Corsini, Colonna e Imperiali, attestando il successo di questo genere di rappresentazioni. Realizzati con fredda e distaccata obiettività, le nature morte di Monsù Aurora evidenziano l'ascendente che esercitavano su lui le opere di Jan Fyt e di Pieter Boel, che aveva soggiornato a Roma prima del 1650, nonché i suoi contatti con Nicaise Beernaerts, noto in Italia con lo pseudonimo di Monsù Nicasio.

Bibliografia di riferimento:
La natura morta italiana. Da Caravaggio al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano 2002, pag. 396
A. G. De Marchi, in Pittori di natura morta a Roma. Artisti stranieri 1630 - 1750, a cura di G. e U. Bocchi, Viadana 2005, pp. 67 - 76
(Anversa, ca. 1630 - notizie sino al 1665)
Cacciagione
Olio su tela, cm 54X67

Originario di Anversa, dove avvia la propria attività e risulta iscritto alla gilda di San Luca alla metà del quarto decennio, Hermans soggiornerà a Roma dove si ambienta felicemente e uno dei suoi maggiori committenti sarà Camillo Pamphilj, appassionato cacciatore e amatore di opere a tema venatorio. La tela in esame, attribuita per tradizione collezionistica all'artista, si colloca alla maturità, alla fine del sesto decennio, quando gli inventari Pamphilj registrano pagamenti a suo favore. Fu grazie a queste documentazioni che fu possibile ricondurre con certezza al nostro autore le opere della celebre collezione romana, precedentemente assegnate al Castiglione o al Pittore del Palazzo Lonati Verri. Ma come indicò il Safarik, il nome di Monsù Aurora compare altresì negli inventari romani delle famiglie Corsini, Colonna e Imperiali, attestando il successo di questo genere di rappresentazioni. Realizzati con fredda e distaccata obiettività, le nature morte di Monsù Aurora evidenziano l'ascendente che esercitavano su lui le opere di Jan Fyt e di Pieter Boel, che aveva soggiornato a Roma prima del 1650, nonché i suoi contatti con Nicaise Beernaerts, noto in Italia con lo pseudonimo di Monsù Nicasio.

Bibliografia di riferimento:
La natura morta italiana. Da Caravaggio al Settecento, a cura di M. Gregori, Milano 2002, pag. 396
A. G. De Marchi, in Pittori di natura morta a Roma. Artisti stranieri 1630 - 1750, a cura di G. e U. Bocchi, Viadana 2005, pp. 67 - 76

OLD MASTER AND 19Th CENTURY PAINTINGS

Sale Date(s)
Lots: 901 - 1245
Lots: 1246 - 1397
Venue Address
Palazzo del Melograno
Piazza Campetto 2
Genova
.
Italy

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